Pubblichiamo un importante articolo, una traduzione non ufficiale dal sito internazionalista The Red Herald, che smaschera le posizioni economiciste del blocco sindacalista-bordighista dell’assemblea dell’11 giugno di Milano che  interpreta l’episodio della Wagner come una lotta per la spartizione delle risorse economiche[1] (vedi il Pungolo Rosso, voce di TIR e del gruppo dirigente del SI Cobas) e quelle, al servizio delle politiche di disinformazione dell’opportunismo e della reazione, di chi cerca di presentare la scorribanda della stessa Wagner come un Colpo di Stato promosso dagli USA[2] che avrebbe indebolito le posizioni dell’imperialismo russo [Proletari Comunisti-PCm Italia]. L’articolo tradotto dimostra come invece l’episodio della Wagner vada letto nel quadro della lotta sul piano strategico per la formazione in Russia di un unico centro politico-militare fascista ed imperialista per la direzione e lo sviluppo della guerra.

 

Wagner e la natura della crisi dell’imperialismo russo

Traaduzione non ufficiale da The Red Herald

27 giugno, 2023

Venerdì pomeriggio la notizie di una rivolta armata, di un presunto colpo di stato in Russia perpetuato da Yevgeny Prigozhin, ha fatto il giro del mondo. Dopo tre giorni dopo, sembra che non sia rimasto molto del flaccido sogno della “fine di Putin”, né delle grida isteriche di alcune autorità russe a proposito delle presunte lacune difensive.

Le reazioni straniere sull’incidente rimandano l’immagine di una situazione di stabilità nelle relazioni estere con l’imperialismo russo. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, secondo quanto riportato in un comunicato del Cremlino, ha espresso “pieno sostegno alla leadership russa sugli eventi del 24 giugno” . “Come partner strategico che intrattiene buoni rapporti con la Russia per un approccio comune alla gestione delle relazioni internazionali, la Cina sostiene la Russia nel mantenimento della stabilità nazionale e nello sviluppo economico”, ha affermato il ministro degli esteri cinese. Il capo dello stato bielorusso Alexander Lukashenko ha serrato i ranghi intorno ai russi e secondo le voci ha dato un contributo alla gestione degli eventi. Niente di nuovo sotto il sole.

L’incidente di per sé ha avuto poco effetto sulla guerra di aggressione contro l’Ucraina. Nelle prime ore di sabato 24, il ministro della Difesa russo ha pubblicato un comunicato stampa: “Approfittando della provocazione per sconvolgere la situazione di Prigozhin, il regime di Kyiy nella direzione tattica di Bakhmutov sta concentrando le unità della Brigata 35º e della Brigata 36º della Marina delle Forze Armate dell’Ucraina nelle prime linee delle operazioni di offensiva.” Ma finora non è stato notato un grande effetto.

L’evento non è stato un colpo di Stato e non è mai stato gestito come tale. Ciò che è accaduto è stata un’espressione dell’inevitabile lotta all’interno dell’imperialismo russo sulla questione di chi deve dirigere le forze armate russe e sulla necessità di istituire un alto comando unico. Prigozhin ha diretto tutti i suoi attacchi contro alcune figure chiave del l’Alto comando delle forze armate della Federazione russa: il generale Valery Vasilyevich Gerasimov, capo di stato maggiore delle forze armate russe e il primo viceministro della difesa e, principalmente il generale Kuzhugetovich Shoigu, il ministro della difesa.

Sono stati loro due a dirigere le Forze Armate e sono loro che mirano a prenderne organicamente il controllo, per applicare una rigida centralizzazione di tutte le risorse dello Stato sotto una leadership unica al servizio della gestione della guerra. Con l’acuirsi della crisi a causa dell’attuale guerra, la situazione del “regime dei siloviki” si è sempre più caratterizzata come un articolato sistema di potere condiviso tra diverse entità statali come le forze armate e i servizi segreti, ma tutto questo  ha trasformato una situazione iniziale  vantaggiosa in una situazione problematica. Una situazione che, non serve alla Russia imperialista, non serve a questa guerra e non serve alla vittoria. È stato un bene per l’imperialismo russo che i mercenari Wagner potessero agire indipendentemente quando la necessità era quella di favorire un bilanciamento dei poteri rispetto all’operato di Putin, ma ora una guerra deve essere vinta. La favola dei servizi segreti che controllano lo Stato stava alla base della propaganda imperialista contro il campo socialista ed oggi contro il social-imperialismo. Bisogna garantire che tutto il potere politico nasca dal fucile e l’esercito sia la spina dorsale dello Stato, non i servizi segreti. Questo è il vero problema che si nasconde dietro alla cosiddetta rivalità tra i vari centri di potere. Ed è per questo che Prigozhin, anche quando Putin lo chiamò traditore e quindi preannunciò  la sua liquidazione, non è insorto contro di lui.

Tuttavia, le cause della situazione non sono propriamente quelle riferite dalla stampa, ma quello che attiene alle necessità di ondo . Shoigu, all’inizio di giugno, fece un primo tentativo per concentrare tutti i mercenari sotto il controllo diretto del ministro della difesa. Questa non era tanto una proposta amichevole, quanto l’indicazione di una misura da perseguire e portare a termine entro la fine del mese. Prigozhin ha rifiutato. “Wagner non firmerà alcun contratto con Shoigu”; “Quando abbiamo iniziato a partecipare a questa guerra, nessuno ha detto che saremmo stati obbligati a rispettare gli accordi con il Ministro della Difesa”; “Nessuno dei combattenti di Wagner è pronto a tornare di nuovo sulla strada della vergogna. E quindi nessuno firmerà contratti”. Anche prima Prigozhin vedeva arrivare la fine dello status dei mercenari di Wagner, dicendo che l’esistenza di Wagnersu sarebbe finita.

Successivamente Putin è entrato in gioco, prendendo posizione per Shoigu “Questo deve essere fatto e deve essere fatto il prima possibile”, ha detto Putin “con buon senso, con pratica stabilita e nel rispetto della legge”. Il 1º gabinetto strategico militare yankee Rand Corporation lo ha valutato come uno ‘scacco matto’.  Questo è esattamente ciò che ha confermato Prigozhin in un comunicato rilasciato lunedì.

Non bisogna sopravvalutare le conseguenze che l’incidente può portare, così come la grave crisi generale in cui sta affondando l’imperialismo russo o il fatto che non saranno in grado di ottenere una vittoria su larga scala con la conquista, o la demilitarizzazione dell’Ucraina, come hanno indicato come proprio obiettivo. Il risultato sarà probabilmente una “situazione alla Corea”, una guerra fredda, con un grande territorio ucraino nel sud e nell’est occupato dalla Russia. Non c’è pace e non ci sarà pace per nessuno dei due schieramenti.

Per ora, Putin, Shoigu e Gerasimov hanno chiuso un conflitto con una truppa mercenaria ben addestrata e dotata della dimensione di una divisione, e questo in un solo giorno e senza grossi problemi da entrambe le parti. Questo non può essere considerato un’espressione di debolezza [sottolineatura nostra, ndt], ma dobbiamo vedere la tendenza, possiamo paragonarla allo sviluppo del Reich tedesco durante la prima guerra mondiale: il Keiser stava perdendo posizioni mentre l’OHL (Oberste Heeresleitung – Alto comando delle forze armate tedesche), Hindenburg e Ludendorff  rafforzavano le loro. La questione di fondo rimane la stessa. Se Putin rimane o cade, se Prigozhin sarà liquidato, se Geramisov e Shoigu saranno sostituiti, è una questione secondaria. È in gioco l’impero russo. A nessuno importa realmente della sorte dei singoli leader.

[1] L’ammutinamento della Wagner, la Azov di Putin: cause e conseguenze [Il pungolo rosso, Postato il giugno 27, 2023].

[2] Citiamo dal blog di Proletari Comunisti del 27 giugno (gruppo eclettico semi-trotskijsta che ha la pretesa di fare riferimento al M-L-M): “Le truppe della Wagner, dell’esercito mercenario di Prigozhin, sono passate nel campo di Zelensky, degli USA, della NATO, dei governi UE: questa è la sostanza del problema”. …” non si è trattato di una “guerra civile”, ma di un golpe USA/NATO “.