Le violente cariche dei reparti della Polizia di Stato  “ in assetto antisommossa”  contro studenti pisani, molti dei quali minorenni e soprattutto inermi, che manifestavano solidarietà  nei confronti della popolazione palestinese, ci mettono ancora una volta difronte alla volontà del governo di estrema destra di reprimere ogni manifestazione di dissenso calpestando i  diritti sanciti dalla Costituzione facendo leva sul TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), una legge del Regno d’Italia tutt’oggi in vigore sebbene con alcune modifiche apportate dopo la caduta del fascismo  da riforme legislative e sentenze della Corte Costituzionale  (misure di prevenzione, riunione pubbliche, associazioni).

A tale testo si fece riferimento durante il governo Mussolini in funzione del rafforzamento del controllo di polizia, in sostanza se ne fece un uso strumentale alle esigenze. In esso si sostanziavano gli indirizzi politici del PNF soprattutto nella parte in cui venivano regolati comportamenti legati all’attività politica dei singoli o a quelle attività culturali che avrebbero potuto indirizzarla.

Attenendosi ai video  e alla modalità della manifestazione studentesca, è evidente la premeditazione delle forze di polizia di usare la violenza impedendo scientemente la possibilità di fuga dato che avevano  creato una vera gabbia disponendosi sia in Piazza Cavalieri dove era presente la  polizia di Stato sia in corrispondenza di Piazza Dante presidiata dai  carabinieri. Inoltre, l’intervento violento delle forze dell’ordine non si giustifica nemmeno con l’applicazione dell’articolo 18 della legge sulla sicurezza pubblica, dal momento che il non aver avvisato il questore  della manifestazione almeno tre giorni prima non comporta “né l’illegittimità della riunione né un’automatica  presunzione di pericolo per l’ordine pubblico” , come specificato nel comunicato dell’Esecutivo di Magistratura Democratica

Se le forze dell’ordine rispondono alle direttive del questore, nel caso di Pisa Sebastiano Salvo, è bene chiarire che svolgeva le funzioni di vice questore nel 2001 a Genova durante i fatti del G8 in cui, a quanto pare  sotto la supervisione di Gianfranco Fini,  è stata sospesa ogni traccia di democrazia borghese con una mattanza, mai vista prima di manifestanti inermi. E’ quindi facile sospettare che dati i precedenti, dall’alto abbiano colto l’occasione per investire di nuove ed ulteriori responsabilità il questore in questione ben conoscendo la sua disponibilità.  

Risulta risibile la risposta in merito ai fatti di Pisa con la quale il Ministro dell’Interno Piantedosi ha respinto la “suggestione” che esistano direttive per reprimere chi non è in linea con le posizioni di premier e ministri, un’accolita pericolosa di fascisti.

Ridicola è anche, da parte di Donzelli, la giustificazione delle cariche della polizia  in quanto gli studenti si stavano dirigendo verso la sinagoga che in realtà si trova nelle direzione opposta .

E’ presente un clima di repressione del dissenso che si è accentuato col decreto rave proseguendo con le cariche e i manganelli contro gli studenti de La Sapienza nell’ottobre 2022 riunitisi per  protestare contro un convegno a Scienze Politiche con Capezzone e Fabio Roscani, deputato e presidente di Gioventù Nazionale (organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia), con il ferimento di studenti a Torino in piazza contro Giorgia Meloni, con le manganellate di fronte alla sede Rai di Napoli e ancora contro i manifestanti  pro Palestina in diverse città.

Pronta è stata la risposta  di PISA, centro della cultura diffusa, dell’antifascismo e della Resistenza, con una mobilitazione di migliaia di cittadini in solidarietà degli studenti malmenati; è la risposta di una città che non dimentica i crimini del fascismo e  la violenza di uno Stato borghese sempre pronto a usare la violenza come nel caso di Franco Serantini, anarchico pisano che,  dopo un violento pestaggio poliziesco durante una manifestazione antifascista, recluso in carcere dove, ferito e fratturato, fu lasciato morire senza ricevere le cure necessarie nel maggio del 1972.

Siamo dinanzi a un governo fascista,  intimidatorio, antipopolare, antidemocratico , che pratica la violenza perché la violenza è nelle sue radici, quelle radici che i partiti pseudodemocratici non hanno voluto recidere per opportunismo o per connivenza.

Oggi bisogna avere  consapevolezza che è necessaria una Nuova   Resistenza per recidere quelle radici che, non eradicate, hanno permesso la rinascita del fascismo.
Sarà una lotta dura la cui efficacia richiede l’unità delle forze proletarie, delle masse popolari, dei  socialisti e dei comunisti guidati da una chiara linea di costruzione di una nuova società antifascista ,anticapitalista e antimperialista.

Per la democrazia popolare