[volantino distribuito in varie città]. Oggi la crisi di un sistema imperialista sta generando una nuova guerra mondiale, durante la quale le potenze imperialiste accentuano l’offensiva reazionaria contro i popoli oppressi, come ben evidenziato dalla situazione del popolo ucraino soggetto ad una duplice oppressione e da quella del popolo palestinese, oggetto di una politica e di una pratica genocida. Le guerre popolari in Perù, India, Filippine e Turchia, insieme alle lotte di liberazione nazionale dei popoli oppressi, oggi in particolare l’eroica lotta del popolo palestinese, contrappongono la tendenza della rivoluzione proletaria mondiale all’offensiva reazionaria del sistema imperialista. Negli stessi paesi imperialisti la crisi del capitalismo, la crisi egemonica dello Stato borghese e dei vari partiti di potere, il fascismo montante, la repressione poliziesca stanno generando una nuova ondata di proteste, di manifestazioni, di mobilitazioni di massa. In prima fila ci sono i giovani, gli studenti, i piccoli intellettuali, ma tutto questo non è che un’anticipazione della discesa in campo della classe operaia e delle masse popolari. Per quanto possa avanzare l’offensiva reazionaria della borghesia e del fascismo, tutto questo non fa che creare condizioni soggettive sempre più favorevoli per la costruzione di partiti rivoluzionari maoisti. In questo quadro la Questione Meridionale assume una nuova rilevanza e centralità.
Le radici economiche e sociali sono rappresentate dal ruolo del grande capitale monopolistico del Nord strettamente connesso alle grandi rendite vecchie e nuove dominanti nel Meridione e nelle Isole. Un asse indissolubile intorno al quale ruota il blocco economico e politico reazionario dominante, al cui servizio si pongono le varie forze politiche di potere, i vari governi, i sindacati collaborazionisti reazionari e varie forze opportuniste, elettoraliste, legalitarie e cosiddette pacifiste della “sinistra radicale”. Tutte queste forze insieme a varie altre forze di “estrema sinistra” lavorano per alimentare nella classe operaia e nel proletariato del Nord uno spirito suprematista, in modo da riprodurre l’opposizione tra proletariato del Nord e masse popolari del Sud. Dall’altro lato, il meridionalismo reazionario mira analogamente a opporre un blocco interclassista nazionale-culturale, una presunta identità nazionale meridionale, siciliana e sarda, più o meno colorata in senso “indipendentista”, alla costruzione e allo sviluppo dell’egemonia rivoluzionaria del proletariato.
La rivoluzione proletaria in Italia non può essere immediatamente socialista ma deve svilupparsi come rivoluzione democratica popolare antifascista diretta dal proletariato. Solo la rivoluzione democratico-popolare antifascista può creare le necessarie condizioni economiche e politiche/statali per un’impostazione e una soluzione democratica, progressiva, internazionalista anche degli aspetti relativi alla questione dell’oppressione politica, culturale e militare del Meridione e delle Isole. La Questione Meridionale è quindi decisiva, da un lato, per indicare come la rivoluzione proletaria debba raccogliere, soprattutto al Sud e rispetto alle Isole, ampi strati di piccola borghesia intermedia e, dall’altro, per affermare, sulla base dell’egemonia del proletariato, il diritto all’autodeterminazione e ad una forma di confederazione tra grandi aree regionali dell’Italia.
È necessario sviluppare la specificazione della teoria del marxismo-leninismo-maoismo e condurre la battaglia per lo sviluppo della coscienza di classe, per la diffusione di un’ideologia rivoluzionaria conforme alle specifiche contraddizioni e questioni italiane, in grado di sostanziare e fondare, sotto il profilo del contenuto, il programma e la strategia della rivoluzione del nostro paese, la cui forma, nel quadro delle contraddizioni generali sempre più acute, non può che essere quella di una nuova resistenza popolare e antifascista di lunga durata. Questi compiti ideologici, teorici e pratici richiedono che oggi le forze migliori dei militanti proletari siano indirizzate alla costruzione di un’organizzazione rivoluzionaria nella prospettiva della ricostruzione, nella ripresa del Pensiero di Gramsci sulla base del maoismo, di quel Partito Comunista d’Italia fondato dallo stesso Gramsci.
PROLETARI, DEMOCRATICI E POPOLI OPPRESSI DI TUTTI I PAESI UNITEVI! CONTRO LE AGGRESSIONI DEL FASCISMO E DELL’IMPERIALISMO ISSARE LA BANDIERA ROSSA DELLA PROSPETTIVA DELLA GUERRA POPOLARE ANTI-FASCISTA!