L’organizzazione giovanile Cambiare Rotta, espressione per quanto riguarda l’università della Rete dei Comunisti, e il sindacato USB Scuola rivolgendosi ai presidi hanno rilasciato il seguente comunicato dal titolo: “USB Scuola e OSA contro le direttive Valditara e la repressione!”[1]

Se questo comunicato fosse rimasto fedele allo spirito del titolo, come PerLaDemocraziaPopolare, lo avremmo guardato molto favorevolmente e pure sostenuto. Purtuttavia siamo rimasti delusi nel leggerlo ulteriormente. In esso si cerca in qualche modo di interloquire con i presidi rimembrando una presunta “funzione storica, svolta da una parte dei presidi, in occasione della contestazione giovanile degli anni 70, di difesa del dissenso e della protesta”. Veramente a noi risulta che i presidi e/o dirigenti scolastici hanno da sempre svolto il ruolo di rappresentanti della scuola borghese, burocratica e classista italiana. Forse che i nostri compagni hanno confuso la parola présidi con presìdi?

Segue una sorta di “predica” rivolta ai presidi perché non svolgerebbero il loro ruolo di “formazione” e di “inclusione”, e perché ricoprirebbero invece effettivamente il loro ruolo di funzionari dello stato reazionario. Dopo queste parole, che farebbero sorridere per la loro candida ingenuità persino un bambino di 6 anni, i nostri dopo queste “dure” critiche si sentono in dovere di indorare la pillola con qualche complimento affermando che “non mancano certo lotte, anche riuscite, a livello individuale, braccio di ferro con UST o USR per risorse o altro”.

Insomma i nostri compagni non riescono seriamente a spiegarsi come figure solitamente così “rivoluzionarie” e “anti-fasciste” come i dirigenti scolastici possano farsi “pedissequi interpreti delle direttive dall’alto”. O addirittura si chiedono come possano accettare un processo politico che li trasforma in “Presidi Manager e Sceriffo.” Già che ci sono i nostri compagni dovrebbero inviare una lettera a Nethanyau per chiedergli come mai è così genocida e fascista, o al padrone dell’azienda per chiedergli come mai licenzia così tanti operai. La risposta potrebbe lasciare di sasso i compagni: queste figure sono diretta espressione dell’imperialismo, del fascismo e della grande borghesia. Dunque pretendere che queste figure si mettano in discussione, significa nell’ipotesi migliore essere ingenui e nella peggiore lavorare per sostenere l’attuale processo di fascistizzazione, attraverso un atteggiamento di “dialogo” e di concertazione corporativa. Non pensavamo di dover ribadire cose così scontate, soprattutto ad un’organizzazione come Cambiare Rotta che si definisce addirittura “comunista”!

Il ruolo e le finalità di questo documento rimangono un mistero. Esso cerca di fare riferimento ad un presunto ruolo democratico dei presidi e invita tutti o almeno una parte di essi a rispondere come interlocutori. In tal modo spacciano i presidi come figure neutrali, come contendibili dal movimento democratico degli studenti e degli insegnanti più coscienti e sfruttati, mentre invece come funzionari statali sono piena espressione delle istituzioni dello Stato reazionario. Questo anche se il tutto risulta condito di fraseologia rivoluzionaria, con l’invito alle lotte, ma alla fine ciò che ci troviamo è un invito al caffè e ai pasticcini.

Leggiamo ancora: “Queste domande USB scuola e OSA le pongono a voi e a tutto il dibattito di quel che resta della scuola pubblica statale, perché non si può pensare che la soluzione alla crisi educativa di una società allo sbando siano la polizia e la repressione.”

In pratica il comunicato dopo aver tanto parlato di lotte, di Palestina, evitando accuratamente di nominare la parola “fascismo” che potrebbe risultare sgradevole alle orecchie dei nostri sensibili e democratici presidi, ciò che propone non è affatto approfondire la lotta, non è un programma e una direzione, ma un semplice “dialogo”, un semplice invito ad un dibattito e ad una riflessione. Il tutto con un riferimento ad una non ben precisata “crisi educativa”. Cosa sarebbe questa crisi? Chi sarebbe in crisi? I comunisti, gli anti-fascisti, i borghesi, i proletari, gli studenti ecc.? A noi sembra che i nostri non distinguano tutto ciò: l’intera società è in crisi, dal ricco al povero, dallo spazzino al professore universitario. Dunque gli studenti si stringano insieme ai presidi, gli operai coi padroni, i comunisti con i fascisti, tutti uniti per risolvere la “crisi educativa”! In tutto ciò ovviamente USB Scuola e Cambiare Rotta sembrano proporsi come utili interlocutori per le cosiddette “istituzioni” … state attenti a queste lotte, dicono, non reprimetele, lasciate a noi il compito di gestirle e di evitare che escano dal seminato…  

Il documento si conclude con questa preghiera al dialogo e una serie di domande retoriche ai presidi, mentre non vi è alcuna indicazione su cosa gli studenti e i docenti dovrebbero fare per contrastare la scuola burocratica e classista. Assenza quantomeno curiosa in un documento che si propone fin dal titolo di contrastare la repressione contenuta nelle norme di Valditara. Il tutto fa dunque intendere che l’idea di Cambiare Rotta e USB Scuola sia proprio quella della supplica e dell’attesa passiva, in questo non essendo molto diversi da tutte le altre associazioni di insegnanti e studenti pienamente espressione degli strati più privilegiati dei giovani e dei lavoratori della scuola, di certo molto più esperti dei nostri compagni a redigere comunicati senza capo né coda e inconcludenti per creare l’illusione di una presunta conflittualità che altro non è se non la volontà di contendersi posti e finanziamenti statali con gli avversari.

Ora invece secondo noi qui la questione è un’altra, perché la circolare di Valditara, che lancia la mannaia contro il movimento degli studenti, non è altro che un ulteriore tassello del processo di fascistizzazione che colpisce la nostra società, e che ha nella scuola un terreno privilegiato visto il ruolo di avanguardia che gli studenti hanno avuto negli ultimi anni nella denuncia di questo processo. Mentre Cambiare Rotta spera ardentemente e cristianamente nella “conversione” dei presidi, noi invece sosteniamo il rafforzamento e l’ampliamento dell’attuale lotta democratica degli studenti, che essa deve ampliarsi e convergere con tutte le altre forze in unico fronte anti-fascista che si batta contro il fascismo del nostro governo e l’imperialismo.

Noi dunque a differenza dei nostri compagni non speriamo che finisca tutto a tarallucci e vino, ma ci battiamo nei limiti delle nostre forze perché la lotta degli studenti si estenda e si diriga effettivamente contro il suo nemico, il governo Meloni, verso la costruzione di un governo di Democrazia Popolare. In questo senso ci auspichiamo una rottura con la tipica concezione corporativa e burocratica della rappresentanza studentesca, e quindi siamo contro un’assurda conciliazione tra presidi e studenti. Invitiamo dunque gli studenti a continuare la lotta contro la repressione fascista del governo e ci schieriamo risolutamente dalla loro parte, contro le istituzioni scolastiche espressione e braccio del vecchio stato reazionario.

[1] Qui il link al comunicato USB Scuola e OSA contro le direttive Valditara e la repressione!