volantino diffuso a Roma il 16/03 ed in altre città

Nel proseguo dell’aggressione genocida contro il popolo palestinese (che  nel giro di pochi mesi ha determinato più di 31.000 morti, quasi la metà bambini, e centinaia di miglia di feriti), spicca l’ulteriore barbarie nazista degli attacchi contro gli ospedali e contro la folla in attesa dei convogli con i beni alimentari (l’ultima nei giorni scorsi con 6 morti e quasi cento feriti). Le esecuzioni sommarie dei civili nelle strade, le vessazioni contro i bambini e le donne, comprese quelle incinte, le umiliazioni e l’uccisione in massa dei prigionieri. La strategia dello Stato israeliano si articola operando, oltre che con gli attacchi militari, anche con le operazioni terroristiche volte alla distruzione dele basi materiali e sociali della sopravvivenza del popolo palestinese, nel tentativo di spezzarne ogni volontà di opposizione, di disgregarne l’identità e di ridurlo alla passività di fronte a quello che si evidenzia sempre più come uno degli  obiettivi politico di fondo di questa guerra: arrivare ad annettere Gaza allo Stato d’Israele e a deportare la relativa popolazione in appositi grandi campi di concentramento (per altro già in costruzione) collocati all’interno dei confini di Stati arabi, retti da governi ultra-reazionari, che tenderebbero ad acconsentire a quest’ipotesi, in cambio di adeguati prestiti e supporti finanziari. La diplomazia dell’imperialismo internazionale d’altronde, con il diretto coinvolgimento del FMI, sta già lavorando in questa direzione, cercando di usare a tale scopo gli stessi “aiuti umanitari”. Un altro dato che emerge progressivamente è quello per cui dopo Gaza l’altro obiettivo della guerra in corso sarà quello della liquidazione di milioni di palestinesi della Cisgiordania. Sono crescenti le provocazioni contro i palestinesi della regione e sempre più frequenti le sortite poliziesche con relativi morti e feriti tra la popolazione. Tra le provocazioni in atto quella relativa ai divieti, per gran parte della popolazione palestinese della Cisgiordania, della possibilità di usufruire delle funzioni religiose durante l’appena iniziato periodo del Ramadan presso il complesso delle Moschee di Al-Aqsa a Gerusalemme. Questo dato attesta che la guerra contro il popolo palestinese continuerà e comunque si estenderà.

L’attacco genocida dello Stato israeliano è anche espressione di una volontà e di un interesse complessivo dell’imperialismo che vuole sopprimere l’anomalia della resistenza del popolo palestinese. Risulta infatti oggi una necessità odierna per tutte le potenze imperialiste (comprese la Russia ed il socialimperialismo cinese) quella di andare a comprimere ulteriormente  i popoli oppressi che costituiscono la maggior parte dei paesi del mondo per prevenirne le ribellioni e tentare di pacificarne le punte rivoluzionarie più avanzate relative sia alla indomita ed eroica resistenza del popolo palestinese  che alle gloriose lotte rivoluzionarie e guerre popolari di Nuova Democrazia (in corso in India, Filippine, Perù, Turchia ed in altri paesi del mondo).

In questo quadro internazionale la guerra di liberazione del popolo palestinese è anche oggettivamente legata all’opposizione, nella prospettiva della guerra per l’indipendenza nazionale, di settori crescenti del popolo oppresso ucraino alla guerra inter-imperialista, all’imperialismo USA ed europeo e al nuovo Zar Putin.

Considerando un arco di tempo sufficientemente lungo, non c’è alcun dubbio che il proletariato, le masse popolari ed i popoli oppressi di tutto il mondo saranno in generale in grado di avanzare verso la rivoluzione proletaria mondiale, l’unica guerra veramente giusta e sacrosanta, quella per liberare il mondo dallo sfruttamento del capitalismo e dall’oppressione dell’imperialismo. Non ci può essere dubbio sul fatto che i crimini dell’imperialismo e quelli del fascismo, a partire da quello dello Stato israeliano, contribuiscano in ultima analisi solo ad alimentare sempre più la tendenza alla rivoluzione proletaria mondiale.

Quanto più in fretta, quanto nel modo migliore, si costruiranno veri partiti comunisti e, su questa base, una vera nuova internazionale comunista, tanto minori saranno le sofferenze che il proletariato e i popoli di tutto il mondo dovranno ancora subire.  

Il modo migliore per rendere omaggio ai martiri della lotta rivoluzionaria palestinese e per sostenere concretamente l’eroica resistenza di questo popolo è quello di costruire, nella lotta contro l’imperialismo e il socialimperialismo, nuovi partiti comunisti in grado di guidare verso la vittoria le masse che in tutto il mondo stanno iniziando a mobilitarsi ed a cercare una diversa via d’uscita dall’attuale situazione.     

PER L A DEMOCRAZIA POPOLARE

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