Nel quadro della crescente iniziativa dei vari gruppi nazi-fascisti, lo scorso 7 gennaio nel quartiere Tuscolano alla periferia di Roma, si è svolta la sfilata, in stile paramilitare, per quanto accadde in via Acca Larentia 45 anni fa, davanti alla sede del MSI, partito diretto erede del regime mussoliniano. Allora vennero uccisi tre fascisti, due ad opera, presumibilmente, di aree militanti antifasciste, ed un terzo negli scontri con la polizia che ne seguirono. È una tra le tante risposte di quella fase della lotta di classe del nostro paese, che trova la sua spiegazione nella necessità di reagire alle stragi, alle centinaia di attentati, aggressioni ed assassinii perpetrati dalle forze fasciste al servizio dello Stato e del grande capitale italiano ed USA. Un ruolo, quello dei fascisti, che per quanto riguarda quei decenni, riemerge continuamente nelle ricostruzioni delle vicende relative a “gladio”, alle stragi di Stato e ai tentati golpe.

Tale parata ha suscitato un certo clamore mediatico sia a livello nazionale che internazionale.

Il 18 Gennaio, la corte di cassazione ha stabilito che il “saluto romano” è reato solo nel caso vi sia il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, ossia di un partito fascista che esplicitamente riproponga il programma di Mussolini. La corte, in linea con tutta una serie di precedenti sentenze, ma questa volta con una sentenza più definita e complessiva, chiaramente in linea con le pretese del governo fascista in carica, ha affermato che il richiamo a simbologie e contenuti fascisti è liberamente consentito in caso di commemorazioni pubbliche ed in raduni pubblici generali. La corte ha pensato bene di andare incontro all’attuale governo di estrema destra  richiamando implicitamente, oltre che precedenti sentenze, la stessa legge Scelba del giugno 1952. Tale legge, al di là delle apparenze, focalizza l’attenzione non sul divieto della formazione di partiti fascisti, quanto appunto sulla “ricostruzione” del “precedente partito fascista”. Un sofisma che dal 1952 ha sancito la piena possibilità della formazione di partiti come il MSI, Movimento Fascismo e Libertà  e, successivamente, “Fratelli d’Italia”, per non parlare di vari gruppi ancora più apertamente neo-nazisti. Non a caso si tratta di una legge che prende il nome dal ministro degli interni dei primi anni Cinquanta. La carriera di Scelba fu, pertanto, in linea con le direttive del grande capitale nazionale e USA, finalizzata al riciclaggio all’interno dello Stato del personale precedentemente protagonista del fascismo mussoliniano. Parallelamente Scelba, fondatore della famigerata ‘celere’, dotata di mitragliatrici e pezzi di artiglieria, oltre che di blindati pesanti, negli anni che vanno dal 1947 al 1950 gestì feroci repressioni degli scioperi operai, dei moti contadini e degli ex partigiani, che lasciarono sul campo oltre cento morti e migliaia di feriti. 

I fatti di Acca Laurentia diventarono subito oggetto e pretesto per “cerimonie” volte a propagandare in forme più o meno aperte e dirette il fascismo. In questo tipo di cerimonie si distinse l’attuale gruppo dirigente del principale partito di governo. La stessa Meloni fu direttamente protagonista di queste imprese a fianco dei vari leader neonazisti di Casa Pound e Forza Nuova.

Le parate fasciste di Casa Pound ed altri gruppi analoghi non sono altro che espressione di forze fasciste extralegali che di fatto sono, oggi più che mai, articolazioni al servizio degli apparati repressivi, in un quadro in cui la fascistizzazione dello Stato è approdata al punto di poter passare alla cristallizzazione di un vero e proprio regime fascista attraverso le controriforme previste nell’agenda del governo Meloni.

La disastrosa crisi economica del capitalismo e la profonda crisi egemonica dei partiti storici e delle istituzioni rappresentative ha spinto il grande capitale italiano, in linea con le esigenze e le pressioni di quello internazionale, ad accelerare il processo di fascistizzazione e a spalancare le porte del governo ai nipotini di Mussolini.

Di fronte a tutto questo è necessario porre al centro la lotta contro il fascismo e costruire un fronte popolare capace di unire tutte le forze che, nel più stretto rapporto con la mobilitazione del proletariato, delle masse piccolo-borghesi, degli intellettuali e dei giovani progressisti, ponga al centro la preparazione di una Nuova Resistenza.