FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO: RIARMO, CORPORATIVISMO E FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO
TRA LEGGE SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE E REFERENDUM DI GIUGNO
Volantino diffuso dal Collettivo di Per La Democrazia Popolare di Trento. La crisi del sistema imperialista è sempre più profonda e genera un conflitto sempre più profondo ed esteso tra le potenze USA, paesi europei, Russia e Cina ed i popoli oppressi, come attestato dalla resistenza palestinese e dalle aspirazioni del popolo ucraino alla liberazione dall’oppressione politica e militare dei due opposti schieramenti. La contradizione tra sistema imperialista e popoli oppressi, che si traduce nella tendenza alla rivoluzione proletaria mondiale, si intreccia con quella inter-imperialista, dando appunto luogo in forme diverse a situazioni come quella della Palestina e dell’Ucraina. In generale, il sistema imperialista si decompone alimentando politiche ed intenti genocidi, accrescendo l’oppressione e lo sfruttamento della maggior parte dei paesi del mondo, accentuando la competizione e la concorrenza tra le varie potenze, sino a riproporre vecchie politiche protezioniste, impoverendo sempre più le masse popolari degli stessi paesi imperialisti e mettendo in atto crescenti politiche repressive.
Il piano di riarmo europeo si colloca in uno scenario in cui anche in tutti gli Stati imperialisti dello schieramento a guida USA avanza il fascismo nella duplice forma della corporativizzazione e fascistizzazione dello Stato e dello spostamento sempre più a destra dell’asse politico nei diversi paesi, confermato anche dalle ultime elezioni portoghesi e dalla relativa veloce e rilevante ascesa delle forze più apertamente fasciste approdate al 22,5 % dei consensi.
Il previsto balzo in avanti del riarmo europeo non potrà realizzarsi senza un ulteriore rafforzamento del legame già esistente e pienamente operante tra industrie (tra cui quelle posizionate in prima fila nella produzione di armi), grande finanza, esecutivi di governo e Stato (ossia macchina burocratica e repressiva affiancata da un sistema egemonico che opera per ingannare, manipolare e dividere il proletariato e le masse popolari). I vari paesi imperialisti europei, tra cui l’Italia, si preparano per trasformarsi in economie di guerra e quindi per nuove forme di capitale monopolistico di Stato, per comprimere ulteriormente i salari e i consumi delle masse popolari e ridurre al minimo possibile i servizi sociali di pubblico interesse, al fine di dirottare i flussi della spesa pubblica verso le grandi rendite vecchie e nuove, gli apparati militari e l’industria di guerra. E qui il festival dell’economia di Trento si propone, al di là della facciata propagandistica, di contribuire a mettere a punto ragionamenti che possano tradursi nell’individuazione e definizione delle misure economiche, dei soggetti e delle procedure necessari a favorire questi processi, nel legame sempre più stretto con le ristrutturazioni e riconversioni industriali e con la promozione di nuove tecnologie, anche informatiche, nel quadro di un nesso ormai inscindibile tra civile e militare.
Non è possibile però avanzare su questa strada senza rafforzare gli esecutivi di governo, mirare a nuovi governi di “unità nazionale”, assicurarsi la pace sociale nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro, grazie anche a processi corporativi che vedano coese le parti sociali e lo Stato. Da cui la necessità di una legga sulla rappresentanza sindacale che attui pienamente l’accordo interconfederale padroni-sindacati CGIL-CISL-UIL del 10 gennaio 2014 e che, se possibile, lo articoli ed appesantisca ulteriormente in senso liberticida. D’altronde la stessa CGIL, con la sua proposta di legge di iniziativa popolare denominata Carta dei diritti universali del lavoro, aveva avanzato ulteriori proposte peggiorative relative alla rappresentanza sindacale. Non è un segreto per nessuno che i referendum di giugno presentano un rapporto di filiazione diretta proprio con tale Carta e mirino a dare una spinta al governo in carica affinché provveda all’emissione della legge sulla rappresentanza sindacale. Questo è il segreto di Pulcinella che accompagna i quattro referendum della CGIL.
Entrando nel merito, si deve notare come il primo quesito non abbia più rilevanza normativa e quindi come il primo referendum sia sostanzialmente inutile, una sorta di farsesca messa in scena di una presunta volontà di tutela dei lavoratori. Sono ben due le pronunce della Corte Costituzionale che hanno infatti decretato l’incostituzionalità delle due disposizioni centrali del decreto legge oggetto del primo referendum. Nel primo caso, la Corte ha dichiarato illegittima l’esclusione dalla tutela reale nel caso dei licenziamenti per motivo oggettivo per i licenziamenti nelle aziende sotto i 15 dipendenti. Nel secondo, ha abolito il tetto minimo risarcitorio stabilito dal decreto nell’ambito delle “tutele crescenti”, privando così di fondamento tale punto specifico del decreto. In ogni caso, il decreto in oggetto interveniva solo in minima parte sulla questione della limitazione della tutela reale (reintegro sul posto di lavoro) ed ora, appunto, anche questa limitazione marginale risulta abolita dalla citata pronuncia della Corte. Il vero problema era ed è la Legge Fornero, che resta immutata e che non è stata minimamente sfiorata dalle iniziative della CGIL e che, appunto, liberalizza totalmente i licenziamenti individuali, ad eccezione dei licenziamenti insussistenti/nulli che ricadono sotto le disposizioni di norme generali relative al contratto di lavoro.
Nel caso del secondo quesito l’abolizione del tetto di sei mensilità apre la strada a scenari diversi tra cui la possibilità che il giudice stabilisca un risarcimento inferiore. Viceversa, non è pensabile seriamente un incremento al di sopra delle sei mensilità perché le indennità risarcitorie prefissate comprimono verso il basso l’ammontare risarcitorio relativo alla tipologia di licenziamenti in questione. Da cui il carattere peggiorativo.
Il terzo abolisce il limite di 12 mesi elevandolo a 24 mesi per i contratti a termine. Una pretesa ovviamente peggiorativa. Riguardo alla necessità della causale richiama esplicitamente le norme sui contratti a termine della contrattazione vigente, che ha peggiorato la stessa normativa esistente.
Il quarto relativo alla responsabilità solidale per i rischi specifici, se approvato, aprirebbe ad un vuoto legislativo e quindi rimetterebbe tutto nelle mani del governo in carica, il quale potrebbe liberamente approvare una legge peggiorativa. Vista la situazione relativa alle politiche del governo fascista in carica, anche il quarto referendum risulta quindi peggiorativo.
In sintesi, la legge sulla rappresentanza che CGIL-CISL-UIL, insieme ad associazioni padronali, vuole far emettere dal governo Meloni è un tassello di quel processo di corporativizzazione sui posti di lavoro e nella società, che si accompagna inscindibilmente a quello della fascistizzazione (vedi la sincronia di fatto con il DDL 1660) e che risulta indispensabile per l’espansionismo imperialista e militarista di quel tanto marginale quanto prepotente imperialismo italiano.