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A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE E DELLE RIVOLUZIONI DI NUOVA DEMOCRAZIA

 

Lo Stato israeliano è una piattaforma dell’imperialismo occidentale, in particolare degli USA. La guerra genocida contro il popolo palestinese si sta traducendo in una piena occupazione militare dei territori palestinesi con relativa deportazione della popolazione. Questa guerra è espressione dei piani dell’imperialismo USA e occidentale, nel quadro dell’offensiva contro i popoli oppressi di tutto il mondo e dello sviluppo della guerra inter-imperialista già sostanzialmente in corso, volti ad affermare il proprio dominio sul mondo. L’offensiva contro i popoli oppressi e lo sviluppo della guerra inter-imperialista si accompagnano sempre più anche alla tendenza all’affermazione del fascismo su scala mondiale. Nei paesi imperialisti la crisi dei vecchi istituti liberal-democratici e dei partiti storici della borghesia, che appaiono maggiormente compromessi con questa decrepita forma statale borghese, apre la strada ad un’instabilità ormai endemica, che si accentua trasformandosi in crisi egemonica ed istituzionale. Tutto questo spinge il grande capitale a fomentare il populismo e il fascismo e a mettere in primo piano personaggi grotteschi e ripugnanti, che richiamano l’ascesa del nazi-fascismo negli anni Venti e Trenta del secolo scorso.

Tutto questo sta alimentano, praticamente in tutti i paesi del mondo, la polarizzazione politica. La tendenza alla rivoluzione proletaria mondiale si apre la strada nello sviluppo di contraddizioni sempre più aspre. Oggi l’unica via d’uscita per i popoli oppressi di tutto il mondo e per il proletariato e le masse popolari dei paesi imperialisti è il pieno affermarsi di tale tendenza.  L’unione delle lotte di liberazione nazionale come la resistenza palestinese e delle lotte rivoluzionarie e delle rivoluzioni di Nuova Democrazia nei paesi oppressi guidate dai partiti maoisti (dall’India alle Filippine, dal Perù alla Turchia, per arrivare al Brasile, al Nepal ecc.) rappresenta il motore di un sommovimento che sta ormai attraversando gli stessi paesi imperialisti.

In questo clima, persino un’iniziativa certo lodevole, ma anche nutrita di illusioni pacifiste e riformiste e indirettamente sostenuta da settori istituzionali, come la missione Global Sumud Flotilla rischia, contro la volontà dei suoi partecipanti e di parte dei suoi sostenitori, di tradursi in un evento politicamente ingestibile per la stessa  borghesia dei paesi imperialisti. Un evento quindi suscettibile di determinare ulteriori contraddizioni e quindi di far avanzare la polarizzazione politica su scala internazionale, spingendo alla mobilitazione, magari in forme persino più radicali, ulteriori settori di massa.

La questione del sostegno alle lotte e alle rivoluzioni dei popoli oppressi (la Palestina ma anche il sostegno alle rivoluzione in corso in India, il cui massimo dirigente il Segretario del CPI(Maoist) Compagno Basavaraj è stato recentemente martirizzato  dal fascismo di Modi), dell’opposizione al riarmo e  alla guerra inter-imperialista, quella dell’opposizione al razzismo e al fascismo e della lotta contro l’offensiva economica e politica contro i lavoratori salariati e le masse popolari, insieme con l’aggravarsi della Questione Meridionale e delle Isole, richiede lo sviluppo di una rivoluzione democratico-popolare sulla via del socialismo. Ne deriva la necessità impellente di ricostruire il Partito Comunista d’Italia nella ripresa del Cammino di Gramsci sulla base del maoismo.

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