Lo scorso 15 ottobre l’ultrareazionario Donald Trump ha annunciato di aver autorizzato operazioni militari segrete della CIA contro il Venezuela, ciò segue l’avvio di un vero e proprio assedio da parte della marina militare statunitense contro una repubblica sovrana vista da sempre come una minaccia agli interessi strategici yankee nella regione. Le aggressioni di questi ultimi mesi sono solo la punta dell’iceberg di un progetto che include in prospettiva l’ invasione o l’assoggettamento politico-militare ed economico del paese da parte degli imperialisti statunitensi. In generale, possiamo affermare che si delinea una nuova offensiva dell’imperialismo yankee contro i popoli oppressi dell’America latina per combattere la tendenza alla rivoluzione.

Come accade ormai da tempo, questa offensiva contro i paesi semicoloniali viene spesso giustificata parlando di “guerra alla droga”. Tale parola d’ordine, storicamente, è servita da cavallo di Troia per legittimare una serie di invasioni e interventi militari, a partire dall’invasione di Panama nel 1989, e per intensificare la criminalizzazione dei movimenti popolari e rivoluzionari, tacciati di “terrorismo” e accusati frequentemente di narcotraffico.

La grave crisi affrontata in questo momento dall’imperialismo statunitense, crisi di legittimità ma anche economica, politica e sociale, accompagnata da una sempre maggiore ribellione delle masse popolari oppresse, porta gli imperialisti USA a perseguire, oltre ad una politica interna sempre più improntata al fascismo, anche una politica estera sempre più aggressiva e guerrafondaia. Gli USA, in quanto unica potenza egemonica mondiale, non possono più nemmeno accettare la penetrazione dell’imperialismo russo e del socialimperialismo cinese in America latina, macroregione da sempre considerata dal governo di Washington come il proprio “cortile di casa”.

È evidente che al momento il progetto di un’invasione militare si scontra con la volontà di milioni di masse di lavoratori e contadini venezuelani che, nel solco delle migliori tradizioni rivoluzionarie del continente, giurano di difendere la propria patria a tutti i costi. In milioni, soprattutto giovani delle classi popolari, si stanno infatti arruolando nelle milizie popolari bolivariane. La potenza creativa delle masse si sta esprimendo in questo caso in maniera chiara e a dispetto del governo burocratico-compradore del Venezuela, il cui ruolo politico è stato sempre valutato in maniera errata da molti presunti “antimperialisti”.

In ogni caso, la giusta critica del chavismo e del “Socialismo del XXI secolo” e l’opposizione rivoluzionaria allo Stato capitalistica-burocratico reazionario del Venezuela, non esclude la lotta contro qualsiasi tentativo di violare la sovranità nazionale del Venezuela, di mirare ad assassinare i membri del suo governo e di diffondere menzogne di ogni genere volte ad aprire la strada per l’instaurazione nel paese di un regime di lacchè dell’imperialismo statunitense.

Tutto questo avviene in una fase cruciale per la lotta antimperialista nel continente latino-americano: l’intensificarsi delle lotte dei contadini poveri nelle campagne brasiliane, la ribellione delle masse popolari e contadine  in Ecuador, Colombia, Brasile, Perù ecc. la crescita e lo sviluppo dei movimenti rivoluzionari in Brasile, Colombia e in Messico sono solo alcuni esempi.

La gigantesca solidarietà generata dall’offensiva strategica della resistenza nazionale palestinese il 7 ottobre 2023 rende l’imperialismo yankee ancora titubante di fronte all’idea di dover investire su una campagna militare su vasta scala che solleverebbe una vasta indignazione e risposta popolare sia all’interno degli USA che all’esterno. Tuttavia, è importante ricordare che sono proprio le potenze e le classi in declino a fare spesso le scelte sul lungo medio-termine più dannose per i propri stessi interessi. Ciò d’altronde si realizza sempre quando la borghesia imperialista, in questo o quel paese o gruppo di paesi, non riesce a trovare una via d’uscita dalla propria crisi.

È oggi fondamentale non distogliere gli occhi dal Venezuela e difendere il suo diritto all’autodeterminazione nazionale in linea con i principi basilari dell’internazionalismo proletario.

FUORI GLI IMPERIALISTI DAL VENEZUELA

L’IMPERIALISMO È UNA TIGRE DI CARTA

VIVA IL POPOLO VENEZUELANO