Siamo in una situazione internazionale e nazionale caratterizzata dall’offensiva delle varie potenze imperialiste (USA, Stati europei, Russia e Cina, ecc.) contro i popoli oppressi, dall’inizio della guerra inter-imperialista e nel tentativo di schiacciare il proletariato e le masse popolari dei paesi imperialisti sul piano economico e tramite la repressione poliziesca, situazione alla quale si contrappone la tendenza alla rivoluzione mondiale. Il motore di questa tendenza è rappresentato in primo luogo dalle lotte dei popoli oppressi (a partire dall’eroica resistenza del popolo palestinese, ma con un ruolo di primo piano svolto dalle guerre popolari e dalle lotte rivoluzionarie per la Nuova Democrazia dirette dai partiti maoisti in Filippine, India, Perù e altri paesi) e in secondo luogo dallo sviluppo dei movimenti di opposizione negli stessi paesi imperialisti. Nei paesi imperialisti si approfondisce l’offensiva economica, ideologica e poliziesca contro il proletariato, le masse popolari e i piccoli paesi europei. In tutti i paesi imperialisti europei e nei paesi europei assoggettati all’imperialismo avanza il fascismo. La sua forma si presenta, in primo luogo, come fascistizzazione dello Stato e, in secondo luogo, come ascesa delle forze politiche di estrema destra. In particolare in Italia questo processo, alimentato da una devastante crisi politica ed egemonica, progredisce in modo accelerato verso la formazione di un regime di dittatura aperta e dispiegata.
Le conseguenze sono quelle di: 1) un’offensiva sempre più profonda ed estesa contro le condizioni di vita e di lavoro della classe operaia degli strati più sfruttati e oppressi della piccola borghesia, della maggioranza dei giovani e degli studenti, delle masse oppresse del Sud e delle Isole; 2) una progressiva estensione dell’iniziativa poliziesca che, sempre più, prende di mira interi settori politici e sociali riducendo al minimo o cancellando i più elementari diritti democratici e sindacali e le più elementari libertà di espressione, di manifestazione, di organizzazione e di opposizione; 3) uno strapotere delle grandi rendite vecchie e nuove, pilastro nel nostro paese del blocco borghese dominante, che si nutrono della spesa pubblica accrescendo la burocrazia statale e militare e imponendo continui aumenti delle tasse insieme a una drastica riduzione dei servizi sociali (sanità, trasporti, scuola), di pubblico interesse che mantengono intere aree (agricole e dedite al piccolo allevamento) delle regioni del Mezzogiorno e delle Isole in uno stato di arretratezza, perpetuando condizioni di lavoro semifeudali, il tutto al servizio dei monopoli dell’industria e della grande distribuzione del Nord e delle multinazionali di altri paesi imperialisti (europei e non).
Questa situazione interna vede la crescente opposizione di significativi settori di giovani proletari e di strati borghesi piccoli-intellettuali, che oggi rappresentano la componente più significativa dei movimenti sociali e politici di opposizione, su cui comunque continuano a gravare, creando confusione, seminando illusioni e fomentando divisioni settarie, i ceti politici parolai della “sinistra radicale” e della quasi totalità della cosiddetta “estrema sinistra”. Si tratta però di un’opposizione che vede scendere in campo settori sociali che, a differenza dei decenni passati, non si lasciano più inglobare ed incanalare facilmente dai partitini e dai gruppi opportunisti e che prelude alla prossima discesa in campo della classe operaia e di altri settori sfruttati della piccola borghesia, così come prelude ad una prossima riscossa delle masse oppresse del Meridione e del popolo sardo. Il blocco borghese dominante comprensivo delle grandi rendite parassitarie, l’imperialismo italiano, i partiti di potere (dall’estrema destra al M5S, al PD) e il governo fascista in carica avanzano spediti verso il fascismo senza voler tornare indietro ad una presunta democrazia borghese parlamentare. La coscienza di classe è la premessa fondamentale per poter condurre i movimenti di opposizione lontano dalle piccole rivendicazioni, dalle piccole riforme, dal movimentismo tanto eclatante e mediaticamente redditizio quanto impotente ed imbelle, dalle forme di pressione sui governi e sulle istituzioni, affinché si “ravvedano” e rinuncino ai loro propositi bellicosi e predatori. Lo scontro con il fascismo e l’imperialismo che si profila all’orizzonte è inevitabile e richiede studio, coscienza e organizzazione. Lo scontro che si profila richiede l’educazione ad una prospettiva di lunga durata. Richiede la creazione di condizioni soggettive capaci di affermare la strategia più adeguata e di portare alla formazione di un effettivo partito politico per la rivoluzione democratico-popolare sulla via del socialismo, che riprenda, sulla base del maoismo, il grande Cammino tracciato da Antonio Gramsci, dalla Grande Resistenza Antifascista e dalle lotte rivoluzionarie della fine degli anni Sessanta e della prima parte degli anni Settanta.
VIVA LA RESISTENZA ANTI-FASCISTA! ABBASSO IL GOVERNO FASCISTA MELONI! PER UNA GUERRA POPOLARE DI NUOVA RESISTENZA!
PER LA DEMOCRAZIA POPOLARE