Non accenna a fermarsi l’ondata repressiva del governo fascista in carica. Tra i tanti a farne le spese, troviamo gli attivisti di Extinction Rebellion, ai quali sono arrivate denunce, fogli di via e avvisi orali per via delle varie iniziative promosse in giro nel paese. Tali iniziative non hanno causato danni a cose o persone e sono state svolte nella più completa sicurezza; tuttavia, questo non ha impedito alla macchina repressiva statale di perseguitare le persone coinvolte, le quali sono state denunciate per “manifestazione non preavvisata” (Art. 18 TULPS) e “non ottemperanza con un ordine dell’autorità” (Art. 650 cp). Questo per essersi semplicemente messe davanti all’ingresso di un ministero travestite da Pinocchio; oppure per “violenza privata” e “sversamento di sostanze pericolose” per aver tinto di verde le acque del Canal Grande con un composto organico non pericoloso. Come se non bastasse, ai manifestanti sono state applicate le norme del codice antimafia. Una tale sproporzione tra la presunta colpevolezza e le misure applicate dalla macchina burocratica statale dimostra come la libertà di espressione sia sempre più in pericolo in uno Stato, come quello italiano, sempre più in via di fascistizzazione.

Come se non bastasse, ieri è stato approvato in via definitiva dalla Camera il disegno di legge – noto come «disegno di legge ecovandali» – che inasprisce le pene già presenti in materia. Deturpare o imbrattare prevede una pena da uno a sei mesi di reclusione, ma se il fatto avviene in occasione di manifestazioni pubbliche, la pena passa da sei mesi a un anno. È chiaro come ad essere colpito da tale disegno di legge non è il “vandalismo” degli attivisti. Il discorso è molto più ampio delle proteste per il cambiamento climatico: ad essere colpita è proprio la libertà di manifestare in generale, visto che tale disegno di legge potrà essere applicato anche in circostanze dove le proteste vengono portate avanti per i diritti delle masse popolari. Che cosa impedirà ai magistrati di denunciare per atti “vandalici” commessi in occasione di manifestazioni pubbliche i lavoratori in protesta? Questa è un’ulteriore mannaia che pende sopra la testa delle masse popolari sempre più private dei loro diritti più elementari.

Bisogna opporsi a questo clima di fascistizzazione dello Stato, che da vari decenni viene alimentato dalle diverse frazioni della grande borghesia e da tutti i partiti di potere al suo servizio e non limitarsi a denunciare le varie situazioni in maniera frammentata, senza ricondurre il tutto ad un processo complessivo di fascistizzazione ormai sempre più esplicito ed avanzato. È necessario, per fare questo, costruire un blocco popolare fondato sull’alleanza tra il proletariato e i settori oppressi e sfruttati della piccola borghesia per un fronte di classe rivoluzionario e una Nuova Resistenza, per l’indipendenza nazionale e per uno Stato di Democrazia Popolare.