Un lungo ed interessante articolo sui rapporti economici vigenti in Brasile, base della sovrastruttura politica caratterizzata ancora in parte rilevante dal “coronelismo”.

27 settembre, 2023.Traduzione non ufficiale da The Red Herald.

[Il 21 settembre la Corte Suprema Federale ha momentaneamente bloccato la legge in seguito alla grande lotta del popolo brasiliano].

Nella crisi del capitalismo burocratico, lo Stato latifondista-burocratico allunga i suoi artigli verso ogni opportunità che possa preservalo dalla sua caduta. È uno Stato morente, è il capitalismo che l’imperialismo ha generato e genera nei paesi più arretrati, dunque è connesso alla semi-feudalità ed è dipendente e servile all’imperialismo. Per riuscire a mantenerlo, lo Stato latifondista deve alimentarlo, e questo solo è possibile con il debito pubblico, o tramite i furti più diretti alle tasche del popolo basati in misure più dirette, come l’incremento delle tasse, ecc.

Il suo legame con il semifeudalismo porta al fatto che il capitale imperialista sia intrecciato con la proprietà terriera in molti modi, e per questo si ingegna a concentrare sempre più le terre nelle mani dei possedenti terrieri e associati. Come conseguenza le terre dei contadini poveri viene puntualmente rubata. E nel caso di Brasile, oltre che con  i contadini poveri, questo viene fatto con il popoli indigeni e con Quilombolas, discendenti degli schiavi liberati di origine africano. Attraverso il ricatto  della fame, le0 minacce, i sequestri, le sparizioni, gli assassini, la reazione sta cercando di rompere la resistenza del popolo ed espellerlo dalle sue terre. È un genocidio sistematico del popolo brasiliano, il quale a causa del suo processo di sviluppo storico, presenta un gran numero di diversi gruppi etnici.

Le classi governanti in Brasile hanno presentato una nuova legge favorire la rapina delle terre. Il 30 maggio di quest’anno, la Camera dei Deputati (Câmara dos Deputados), simile alla “Camera dei Lord” in Gran Bretagna, la camera alta del parlamento, ha firmato la Legge P490, conosciuta come “Marco temporale”, che si era già iniziata ad applicare nei fatti molti anni fa nell’amministrazione federale. Questa dichiara che i popoli indigeni possono solo possedere le terre che hanno dimostrato di possedere nel momento dell’adozione della nuova Costituzione nel 1988.

Questa legge aveva molte conseguenze. Prima di tutto, non tutte le tribù indigeni sono riuscite a registrare le loro terre nel 1988. Non è qualcosa facile da fare con il dominio del “coronelismo” [vedi nota alla fine dell’articolo], perché tutte le istituzioni che sono collegate all’indagine sulla proprietà della terra e sulle pratiche notarili, sono collegati ai latifondisti e si trovano sotto il loro dominio, e questi non affatto interessate al riconoscimento delle terre del popolo indigeno.

Inoltre, sono passati 35 anni dalla Costituzione. Durante questo tempo, molti sono stati espulsi dalle loro terre spesso e le zone dove abitavano è finita sotto il controllo dei latifondisti. Poi, soprattutto nell’Amazonas, ci sono molte tribù che vivono isolate e nessuna ha delle terre formalmente registrate. In tutti questi casi, loro, in base alle disposizioni del “marco temporale” non hanno quasi nessuna possibilità di mantenere le terre dove abitano.

Non si deve dimenticare che la popolazione naturale delle famiglie indigene sta crescendo. Le nuove generazioni hanno bisogno delle terre da lavorare per poter sostenere le proprie famiglie. E questo si traduce nell’elevato numero dei bambini, normalmente tra 5 – 10 per famiglia. La nuova legge proibisce anche un allargamento delle aree circostanti, malgrado l’aumento della popolazione naturale e quindi molti contadini rimarranno senza terre.

Inoltre, la legge toglie l’obbligo di chiedere i permessi alla popolazione indigena per poter costruire delle basi militari, autostrade, dighe, serbatoi di acqua, vie navigabili o linee energetiche nel suo territorio. Recentemente, il 4 agosto, Luiz Inácio ha firmato un decreto che permetterà la costruzione di una linea energetica che attraversa su 122 km di zona indigena “Waimiri Atroari”. Questo senza l’approvazione della popolazione indigena.

Tuttavia, lo scorso 21 settembre la legge è, per il momento, caduta a causa delle grandi lotte indigeni che hanno attraversato tutto il paese. Lo spiega bene “A Nova Democracia” (AND): “La tesi criminale e usurpatrice del marco temporale, creata dal latifondo e altri classi dominanti, è stata rifiutata dal Supremo Tribunale Federale (STF) giovedì 21. Il risultato (9 voti contro la legge e 2 a favore)  è l’esito della lotta dei popoli indigeni brasiliani”.

Poco dopo del giudizio nel STF circa 600 leader di molte nazioni originarie di tutto il paese sono state mobilitate in Brasilia. Così come in diversi municipi del paese, gli indigeni hanno fatto marcie e eventi pubblici.

Tuttavia, anche se la legge non verrà per il momento attuata, il carattere di classe dello Stato brasiliano si esprime tramite la proposta di una compensazione a favore dei latifondisti. AND scrive: “Le nazioni originarie continueranno lottando per la loro demarcazione delle  terre. Questo è dovuto a fatto che il blocco del “marco temporale” è arrivato insieme alla proposta, difesa tanto dal STF quanto dal governo, a favore dei grandi latifondisti, di arrivare ad una compensazione a favore dei latifondisti nel processo di demarcazione di terre”.

Questo proceso di compensazione, qualsiasia sia la sua forma, comporta seri rischi di paralizzare completamente la demarcazione di nuove terre indigene, sia per il ritardo nei processi burocratici propri del vecchio Stato brasiliano, sia per la“mancanza di fondi” per le compensazioni ai latifondisti, come succede nella mancata applicazione della“riforma agraria”.

In aggiunta a tutto questo il Presidente Luiz Inácio da Silva ha firmato un megaprogetto durante la conferenza dell’Amazonas, dove i presidenti degli Stati che hanno parte del territorio dell’Amazonas e rappresentanti di altri Stati si sono riuniti in nome della necessità di “discutere le misure per preservarla e proteggere l’ecosistema e il clima”. Questa conferenza in sé stessa è una farsa, nella quale oltre Brasile, Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù, Surinam e Guyana, anche hanno partecipato Germania, Francia, Congo, Norvegia e Indonesia. Una delle misure che hanno discusso nella conferenza è stata “rispettare e proteggere” i diritti del popolo indigeno che abita lì, perché è considerato “custode della giungla”. Ma alla fine queste sono state parole vuote, perché la conferenza è finita senza nessuna risoluzione o piani concreti.

La  RFA (Germania) ha svolto un ruolo dopiamente ipocrita in particolare durante questa conferenza. Ha richiesto misure rapide per proteggere l’ambiente e il clima, ma intanto l’imperialismo tedesco  investe sempre più nello sfruttamento della zona dell’Amazonas. Negli ultimi anni, il Deutsche Bank, Commerzbank e DZB hanno investito più di 54 mila millioni di dollari in compagnie miniere monopoliste nell’Amazonas. Queste compagnie partecipano nell’espulsione dei contadini poveri, del popolo indigeno e del disboscamento della giungla primitiva.

Come risposta a questo, il popolo indigeno ha rafforzato la sua resistenza. Allo stesso tempo, la repressione del vecchio Stato brasiliano e le bande mercenarie dei latifondisti aumentano. Soprattutto durante la conferenza, la repressione è aumentata. Ci sono infinità di denunce sugli attacchi al popolo indigeno che si sono successi dopo la conferenza.

L’agonia dello Stato brasiliano aumenta con la sua decomposizione per la profonda crisi del capitalismo burocratico. E le classi reazionarie dominanti, come fanno di solito, lasciano cadere il peso di ogni crisi nelle spalle delle masse popolari. E per preservare i loro redditi di fronte alla stagnazione e per dar fronte alla propria cupidigia senza limiti, vorranno impadronirsi di quante più terre possibile. La campagna svoltasi per la legge “marco temporale” non è più che un preludio legislativo ad un altra campagna genocida contro il popolo indigeno e i contadini poveri.

[nota] Coronelismo è l’espressione specifica di quello che significa il gamonalismo in Perù. “I junkers hanno somiglianze con i “colonnelli del nord-est”, in Brasile, e con i “gamonales” di Perù. Quando il grande Lenin si riferisce alla “via prusiama” dello sviluppo del capitalismo, fa riferimento alla forma nella quale i junkers hanno avanzato verso la produzione agricola capitalista, gradualmente e conservando i rapporti semi-feudali di produzione. I junkers sono diventati, nella decade del 1850 al 1890, nella classe dominante egemonica del vecchio Stato prusiano.” 14 luglio 2023, [Nucleo di Studi del MLM: Friedrich Engels – La Fondazione del Comunismo, la sistemazione del marxismo e la rivoluzione democratica]. “Il termine ‘gamonalismo’ non designa solo una categoria sociale ed economica: quella dei latifondisti o grandi proprietari agrari. Designa tutto un fenomeno. Il gamonalismo non è rappresentato solo dai gammonali propriamente. Comprende una lunga gerarchia di funzionari, mediatori, agenti, parassiti, ecc. L’indigeno alfabetizzato diventa uno sfruttatore della propria razza perché lavora al servizio del gamonalismo. Il fattore centrale del fenomeno è l’egemonia della grande proprietà semi-feudale nella politica e nel meccanismo dello Stato” J.C. Mariatégui, Sette saggi dell’interpretazione della realtà peruviana. “Come dice Mariátegui, il gamonalismo non designa solo una categoria sociale ed economica ma tutto un fenomeno rappresentato non solo dai gamonales propriamente ma comprende anche una lunga gerarchia di funzionari, mediatori, agenti, parassiti, ecc., e che il fattore centrale del fenomeno è l’egemonia della grande proprietà semi-feudale nella politica e nel meccanismo dello Stato contro il quale si deve attaccare dalla sua radice.” (Basi di discussione della linea politica generale, Rivoluzione Democratica).