Traduzione non ufficiale da The Red Herald
La più grande operazione militare della storia contro gli abitanti delle favelas di Rio de Janeiro ha già registrato 130 vittime accertate e oltre 113 arresti, di cui 10 minorenni. L’invasione ha interessato diverse favelas, tra cui il Complexo do Alemão e Penha, lasciando dietro di sé strade insanguinate in un vero e proprio scenario di guerra.
I residenti descrivono le fiamme, i droni e i veicoli blindati che hanno invaso i loro quartieri. L’operazione ha coinvolto più di duemila agenti di polizia civile e militare, comprese le brigate speciali COE, CORE e i battaglioni dell’intera regione metropolitana.
La violenza contro la popolazione è stata denunciata sin dall’inizio dai residenti. I video mostrano cadaveri allineati nelle strade e residenti arrestati per aver reagito alla brutalità della polizia e all’invasione delle loro case.
Operazioni passate analoghe
L’operazione è durata fino a notte fonda e ha causato 130 vittime, si è trattato del più grave massacro degli ultimi anni causato da un’operazione di polizia nelle favelas. L’ultimo grave attacco è stato il massacro di Jacarezinho, nel 2021, che ha causato 28 vittime.
Il vecchio Stato, attraverso la stampa borghese, ha rapidamente giustificato il massacro, affermando che faceva parte della “guerra alla droga” e che “le uniche vittime dell’operazione erano agenti di polizia”. Il governatore di Rio de Janeiro ha già dichiarato che lo Stato centrale stesso avrebbe dovuto sostenere l’operazione, riferendosi alla partecipazione delle forze armate.
Come afferma A Nova Democracia, non è la prima volta che lo Stato cerca di “riprendere il controllo” nel Complexo do Alemão e nella Penha. Dopo l’invasione del Complexo do Alemão nel 2010, sono state istituite le Unità di Polizia Pacificatrice (UPP). AND aggiunge: “Queste unità non sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo di ‘porre fine al traffico di droga’ e gli stessi agenti sono stati denunciati come fornitori di droga e armi alla popolazione. Inoltre, si sono verificati numerosi casi di violazioni dei diritti umani e omicidi di residenti delle favelas occupate”.
Gioventù rivoluzionaria e stampa democratica contro il massacro
L’Unione Rossa – Lega Giovanile Rivoluzionaria (UV-LJR) ha già denunciato l’uso di termini come “guerra alla droga” e “fazioni” da parte dei reazionari per giustificare la guerra contro i poveri. Queste operazioni inducono i giovani ad aderire a tali gruppi, aumentando il loro numero e la loro repressione. Aggiungono inoltre che la vera leadership degli attacchi si trova nelle “dimore di lusso” e nei “produttori stranieri” rispettivamente per il traffico di droga e di armi. Aggiungono anche che “la ‘guerra alla droga’ non è altro che una politica dello shock per contenere la rivolta giovanile, che cresce con la povertà”.
In contrapposizione alla stampa borghese, che diffonde il linguaggio dei rappresentanti del vecchio Stato, A Nova Democracia ha pubblicato sul suo canale Youtube un video che denuncia il massacro.